lunedì 11 giugno 2012

"LE LACRIME DELLE MADRI DI SREBRENICA" di A. Sidran (08/06/2012)



Dopo l’esternazione “La strage di Srebrenica non è stato genocidio" del nuovo presidente serbo, il nazionalista Tomislav Nikolic, mi viene spontaneo leggervi questi versi scritti dal poeta Abdulah Sidran a ridosso della cattura del generale Ratko Mladic. Costui, insieme a Radovan Karadzic, sono attualmente sotto processo per genocidio da parte del Tribunale penale internazionale per il loro ruolo nel massacro di Srebrenica. Perche fu genocidio. Mladic, il settantenne 'boia dei balcani', deve rispondere di undici diversi capi d'imputazione per crimini di guerra, contro l'umanità e genocidio, tra cui, appunto, quelli relativi alla carneficina del 1995 durante la quale vennero uccisi ottomila musulmani.
Questa poesia è una testimonianza che parla del presente e coinvolge il futuro, basandosi sul passato. E’ un dolore che non avrà riposo, qualsiasi rassicurazione il vento o la luna porti tra le lacrime di chi ha conosciuto la morte.
Alcune volte, certe esternazioni, ti fanno pensare che il mondo e il suo sistema e le sue ignobili regole non potranno mai cambiare. Per fortuna, alcune volte.

 
Le lacrime delle madri di Srebrenica
(Abdulah Sidran)

Sarebbe meglio non fosse
piuttosto che sia
così
come oggi è
la nostra Srebrenica

Nulla di morto né di vivente
in lei
può più abitare

Sotto un cielo plumbeo
l'aria di piombo
mai nessuno
ha imparato
a mettersi nei polmoni

Da lei fugge tutto
ciò che ha gambe
con le quali possa
e sappia dove
fuggire

Da lei fugge tutto
anche ciò che da nessuna parte
se non sotto la terra nera
può fuggire

Gli ortodossi fuggono
i nuovi come i vecchi
i musulmani fuggono
i vecchi come i nuovi

E chi in qualche modo
è rimasto vivo
andato via e poi tornato
neppure un inverno con l'estate
ha messo insieme
né un autunno
con la primavera
ma ha cercato
quanto prima
di andarsene da Srebrenica

E quei cattolici
nostri vicini
e per loro Srebrenica
per centinaia d'anni
è stata l'amata
e bellissima
sede principe
della loro buona
e nobile comunità
se ne sono andati da tempo

Come se
nella loro saggezza avessero
saputo che sarebbe arrivato un tempo
in cui non ci sarebbe più stata
la buona Srebrenica

Ci dicono
da dieci anni ce lo dicono
che in Bosnia
la guerra è finita

A noi spiegano
e inviano istruzioni scritte
che nel nostro Paese
Bosnia Erzegovina
la guerra è finita
e che nessuno
deve più
guardare al passato

Credono forse
davvero
che siamo vivi
noi che stiamo qui
e da questo luogo
parliamo così
come se davvero fossimo vivi
Davvero pensano che si chiami salute
davvero pensano che si chiami ragione
ciò che in noi è rimasto
della salute e della ragione di un tempo?
Non vedono, non sentono forse
non sanno forse che noi,
quelli rimasti, siamo più morti di tutti
i nostri morti, e che qui oggi, con la loro voce,
la voce dei nostri morti, dalle loro gole,
gridiamo e con il loro grido - noi parliamo?

Non ci permettete di
guardare al passato!
E noi non lo guardiamo, ma è lui a guardarci!

Voi dite:
guardate al futuro!

Ma noi, nessun
futuro in nessun luogo
riusciamo a vedere
né vediamo che lui
con un sol occhio
guardi noi
e neppure che ci veda
e che di noi si preoccupi.

1 commento:

  1. Incredibile testimonianza.....l'ho riascoltato più volte...e letto....Sono rimasta sconcertata dalle emozioni che mi ha suscitato... Non ci sono parole forti, solo la verità. Non c'è altro che l'assenza di speranza. A parte quella che arrivi questo messaggio al mondo? Un messaggio per dire quello che già si sa...che non possiamo credere a quello che ci viene detto, se non viene detto dalle parole nude di chi vive una realtà che noi abbiamo scordato (in questo caso). Forse anche a noi fa comodo credere ai giornali, credere a quello che ci viene detto...anzi, credere al silenzio. Se non si dice, non c'è niente da dire. Per fortuna Benny, che ci sono poeti come Sidran che non tacciono, e persone (poeti) come te, che non si stancano di venire a svegliare le nostre menti assopite...Grazie....

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