venerdì 24 giugno 2011

A CHI PORTI LA ROSA? di Islam Samhan (24/06/2011)


"Il mio nome è Islam Samhan. Sono nato nel novembre 1981. Attualmente lavoro come giornalista al quotidiano indipendente al Arab al Yawm. Ho pubblicato la mia prima raccolta di poesie, Leggiadra come un'ombra, nel marzo 2007 dopo essere stato autorizzato dal Dipartimento della stampa e delle pubblicazioni. Con mio enorme stupore il gran mufti di Giordania ha dichiarato che le mie poesie erano contro l'islam, e quindi mi ha definito un apostata. [...] Sono stato arrestato dopo essere stato accusato di essere <<Un nemico della religione">>. [...] Gli imam delle mosche mi hanno insultato durante i sermoni del Venerdì. I vicini mi evitano e molti amici mi hanno abbandonato. La vita è diventata estremamente difficile per me, mia moglie è incinta al quarto mese e mio figlio di due anni. [...] Non posso uscire di casa per paura di essere ucciso. La mia raccolta di poesie non voleva insultare l'islam. Ho incluso versetti coranici solo in senso metaforico. La letteratura e la poesia sono passibili di varie interpretazioni e le persone che sono contro la libertà di espressione li hanno interpretati in senso letterale. Sono convinto che la campagna contro di me serva solo a bloccare la creatività dei poeti e degli scrittori giordani."
Islam è stato sottoposto a fatwa. Il 21 giugno 2008, il tribunale di Amman, lo ha condannato a un'anno di reclusione e a un'ammenda di 10000 dinari giordani (circa 10 mila euro) per aver insultato "il sentimento religioso".
L'anno scorso è stato in Italia per presentare il suo libro, edito da Interlinea. La poesia che vi leggo è la prima, in senso cronologico, del libro. In più vi lascio il link dove Islam - nella presentazione - legge la stessa poesia in arabo.

A chi porti la rosa? lettura di Islam Samhan (youtube) 



A chi porti la rosa?
(a Gaza e alle altre vittime)
di Islam Sahman
"A chi porti la rosa?" (Ed. Interlinea)

Un innamorato mi ha fermato e gli ho chiesto:
a chi porti la rosa?
La tua innamorata verrà portata via
dal bombardamento da qui a poco
diventerà una manciata di polvere
Non rischiare la tua vita in nome dell’amore!

Un’innamorata mi ha fermato e mi ha detto:
l’amore mio verrà a trovarmi
forse in un momento di tregua riuscirò
a sistemarmi i capelli
a infilarmi al petto una spilla
simile a un arcobaleno
per poi correre
verso di lui
Credo che un giorno si alleerà con me
al contrario del mio destino turbato dal sibilo dei razzi.

Il bambino mi ha fermato e mi ha detto:
giorni fa stavamo giocando nei vicoli della Striscia
per un malinteso ho litigato con una bambina
Non volevo scatenare un putiferio
ma a me interessava la sua bambola
mentre lei voleva convincermi che le bambole
arrivano e ripartono come gli aerei.

Mi ha fermato la bambina e ha comunicato:
Ahmad è morto
Era contento dei fuochi d’artificio
che scintillavano in cielo
ma il piccolo non sapeva
che si sarebbe bruciato le ali come le farfalle
senza alcuna cicatrice.

Mi ha fermato una donna e le ho detto:
vedo che la gente sta trasportando tuo figlio
come se non gli fosse capitata una disgrazia
ma non ti ho vista
e dalla bocca del giovane colava
un filo di fiori
rossi
Sul suo viso un timido sorriso.

Mi ha fermato la stessa donna un’altra volta e ha aggiunto:
la casa era affollata di ragazzi
tutti radunati intorno all’acqua calda
per rasarsi la prima peluria sul mento
Ma in un batter d’occhio sono scomparsi tutti
come una borsetta in mano ad una ragazza
che è andata incontro alla morte.

Mi ha fermato l’uomo triste e ha detto:
stavo sistemando le perle nel ventre del pesce
stavo pettinando i capelli di Jamila
e scacciavo le leggere lentiggini sul suo seno
ma gli aerei
non hanno aspettato che avvolgessi
la vita della sposa con lo scialle della sua femminilità
le membra del suo corpo sono volate via
con lo scialle dalla terrazza di casa.

Mi ha fermato l’uomo avvolto nella sua kefiyya e ha detto:
non c’è bisogno di nascondersi o occultarsi
tra poco tutto si chiarirà
arriveranno i missili a farci morire
e non mi si chiederà di identificarmi
I cervi mi riconosceranno dagli abiti e da una collana
che ho nascosto in tasca.

Io invece mi sono fermato innanzi alla tomba
e mi sono domandato:
perché la morte diventa come il pane
la assaporiamo
aspettiamo la nostra porzione di morte
ci dirigiamo verso le tombe di famiglia, una famiglia
cui portiamo i nostri atti civili e i quaderni di famiglia.

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