La poesia di Krumm è schietta, minimalista (non ermetica), a
tratti divertente e sarcastica. Il libro “Animali e uomini” (Einaudi), dal
quale traggo la poesia che vi leggo, parla di situazioni e luoghi vissuti dal
poeta, tradotte in parole e in immagini scheletriche, molto descrittive, che si
costruiscono su ricordi passati e rivissuti che sfociano in una morale; a
tratti pittoresca, a volte favolistica. La soggettività è il tramite per
guardare il corso degli eventi che hanno trasformato lo spazio che ci circonda,
pur lontano che sia. L’ambiente prende una sua forma e comunica il suo dolore,
come gli animali (principalmente i moscerini…), soggetti alla mano disastrosa
dell’uomo. Si parla anche di eroi e città. C’è un riassunto del tutto, ma come
spesso accade il riassunto striminzisce lo sguardo e rende troppo breve la
storia e il suo valore. Capita che la poesia sia un semplice resoconto visivo ed
uditivo. Manca il dialogo e la terza persona, il comunicante. Un breve
resoconto personale. Non come questa poesia che vi leggo (e non come altre che
ci sono nel libro). In questa breve lirica è racchiusa tutta la storia umana,
lo svolgimento della nostra evoluzione culturale. Con tono sarcastico. Con una
metafora. Reale.
“LA STORIA”
(Ermanno Krumm)
Ci mette così poco a perdersi:
così senza centro né cerchio
s’allontana il mio secolo. Quelli
che lo conoscevano devono far posto
a quanti ne sanno sempre meno.
Finché uno che lo ignora del tutto
trova un residuo bellico e lo rivende
come nuovo. E’ il primo passo
verso
il futuro.
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