Tra l’affresco personalistico e le questioni globali.
Questi sono gli aspetti più evidenti del primo libro di Sara
Comuzzo, “Mentre loro parlano di non so cosa” (Thauma Edizioni).
Giovane e
viaggiatrice: ci rende partecipe della sua vita riportandola nelle sue poesie
con fare statistico e reale.
Buon destreggiamento delle parole. Forte il senso (tematico)
che si irradia in molte poesie. Pecca un po’ di ingenuità, principalmente nella
prima parte del libro, dove il linguaggio è segmentato in versi di breve
periodo. Troppo retorici e freddi. Alcune volte slacciate dal contesto
descritto. L’immagine che ne scaturisce è senza colori in risalto né punti
nevralgici nei quali soffermarsi un attimo “e pensare”. Alcune poesie sono dei
rettilinei nel quale lo sguardo corre fino ad incappare in un muro dove si
estingue l’essenza del significato: arriva di colpo, alcune volte
incoerentemente. Senza musicalità.
Cerca il taglio perfetto? L’inquadratura corretta? Dove
corri Sara?
Corri, corri veloce e la poesia è una sagoma un attimo prima
di una curva. Uno scorcio.
Interessante e profonda, invece, l’ultima parte del libro.
Parliamo del Kenya e della sua realtà. Secca, orrida, occultata da troppe luci
di natale o villaggi turistici per miliardari poco corretti (come Berlusconi e
Briatore: un esempio carinissimo). Qui diventa più grande la scrittura. Si sente
il dolore e la ricerca di affrontarlo e riportarlo a noi, che poco conosciamo e
poco vogliamo conoscere. Un reportage poetico. Un confronto umano traslocato
nella libera poesia.
C’è adolescenza e voglia di comprendere e imparare. C’è
anche l’interesse verso l’oltre e l’altro. Questi sono i commenti scaturiti
dopo la lettura del primo libro di Sara Comuzzo.
Lontananza
(Sara Comazzo)
Sulle sillabe di Orione
distanze acquatiche
invadono un cervello digitale
racchiuso in un cranio analogico.
Sei qui o sei tu?
E quando sei tu, chi è che sei realmente?
Aspetta quasi mai.
Al lago
le scale dell’inverno si invertono
si invertono per sottolineare ieri.
Posto insicuro
(Sara Comazzo)
Aspettiamo l’infrangersi di swarovski
ricoperti di stoffe.
Lo specchio in cui guardi è rivoluzione
e non conosce clemenza.
Il pudore degli avi
confonde il ragazzo
che bacia un coetaneo
e tiene per mano menzogne
mentre cammina nel mondo.
Ma ora sfiora la luna
ed è un peccato
debba fingere
per essere se stesso
ed essere felice.
Il sole non è un luogo
in cui sentirsi al sicuro.
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